Gli occhi buoni dei fedeli (Guardare don Vincenzo con … 14)

Vicobellignano era una borgata particolare, dove nessuno dei suoi parroci ha riscosso grandi successi, né la simpatia dei fedeli e forse nemmeno la fiducia se non quella dei più assidui alla chiesa che, avendo più occasioni di incontrare il parroco, potevano conoscerlo e apprezzarne le qualità umane e spirituali.

Vedevano don Vincenzo, col caldo o col freddo, ogni giorno al confessionale prima della messa. E dopo la celebrazione seduto nel coro a recitare il breviario da solo o con i seminaristi. Si univa ai pochi che nel tardo pomeriggio si raccoglievano per la recita del rosario e lo vedevano entrare ed uscire di frequente dalla chiesa: erano le sue visite al Santissimo. E se a qualcuno capitava di passare in canonica, lo intravedeva alla scrivania a leggere e scrivere, non stampa qualunque, e capivano dalle omelie e dalle conferenze che si preparava sempre, sia quando gli uditori erano pochi come quando erano numerosi. Lo ascoltavano volentieri e le sue parole non erano né banali, né scontate.

Quando lo vedevano camminare per strada raccolto senza rispondere al saluto intuivano che stava portando il viatico a qualche malato e succedeva con frequenza perché non lasciava mai che un fedele della sua parrocchia vivesse il tempo della malattia senza il conforto dei sacramenti.

Quello che richiamava maggiormente l’attenzione era la sobrietà della vita di don Vincenzo. C’erano tutte le condizioni perché potesse concedersi qualche agio in più: le prebende, le ricompense per le frequenti predicazione fuori parrocchia, le buone condizioni economiche della sua famiglia d’origine. Ma i frutti di tutto questo non li godeva lui: parte erano distribuiti alle famiglie povere della parrocchia, parte alla fondazione, e anche alle missioni estere.

Quando hanno incominciato a vedere che la sua salute andava  indebolendosi, per un male mal diagnosticato e che minava la sua fibra solitamente robusta, hanno notato che la malattia non ha mai intaccato la fedeltà alla sua comunità, dove ritornava sempre volentieri quasi che tra la sua gente, se pur poco sensibile, trovasse ristoro e sollievo.

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