Mons Bonomelli lo vede un prete di somma prudenza (Guardare don Vincenzo con … 10)

Il Vescovo aveva bisogno di nominare un parroco a Vicobellignano. C’era già una lista di candidati, ma non avevano le doti necessarie per quella parrocchia e per quel territorio, doti che invece «ravvisava» in don Vincenzo.

Vedeva in lui una grande prudenza. Dove aveva potuto verificarla? Sicuramente a Regona dove aveva estirpata la propaganda antipapista, riportato all’unità la parrocchia e alla pratica religiosa senza dover smascherare l’inettitudine del suo predecessore e senza aprire uno scontro pubblico con i nemici della «religione».

La prudenza che Bonomelli vide in don Vincenzo non era il calcolo dei rischi, né la cautela ad agire, meno ancora l’astenersi dall’esporsi. Aveva colto in lui, invece, la capacità di discernere il bene da conseguire e i mezzi adeguati per compierlo.

Il Vescovo vedeva lontano, e già immaginava che don Vincenzo avrebbe potuto sanare, nel corso dei dieci anni che si aprivano davanti, la ferita alla unità della parrocchia di Vicobellignano dovuta alla presenza di una comunità di protestanti. 

Don Vincenzo non «estirpò» del tutto l’eresia, questione che aveva radici profonde nel territorio, né riuscì a risollevare come a Regona la comunità dei fedeli, però stabilì con il pastore metodista stima e fiducia, aprì gli spazi della parrocchia ai figli delle famiglie protestanti e non usò mai espressioni che potessero alimentare o accentuare la separazione.

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