Gli occhi lunghi del padre (Guardare don Vincenzo con … 2)

I figli sono una benedizione e non solo «bocche da sfamare» o braccia per lavorare.

Erano i discorsi che Maddalena faceva a Baldassarre Grossi mentre calcolava la data della nascita del nuovo figlio, il nono: una famiglia numerosa la loro, e ne sarebbero nati altri!

La madre li accoglieva con amore, se ne prendeva cura, ma era il padre che faceva i progetti su di loro. Baldassarre, maestro mugnaio, quando Vincenzo incominciò a muovere i primi passi, intravvedeva già nella incipiente energia del piccolo figlio, una risorsa in più a favore del mulino di famiglia. E progettava di allargare l’azienda.

Ma succede che i figli abbiano anch’essi i loro progetti, che non coincidono, a volte, con quelli dei padri.

Vincenzo, appena adolescente, con immaginabile sorpresa del padre, chiese di poter andare in seminario. Al padre però non erano evidenti i segni di una vocazione ecclesiastica. Forse, quella del ragazzo, pensava era una emulazione del fratello Giuseppe, già in seminario, o una opportunità per poter proseguire gli studi superiori in città, dopo quelli di base  fatti al paese.

Baldassarre non oppose un rifiuto assoluto. Sicuramente in quel figlio vedeva della buona stoffa per svolgere una professione diversa da quella di mugnaio, ma aveva bisogno di verificarlo.

I biografi, forse più per supposizione che per fedeltà storica, raccontano che il padre non gli diede il permesso di seguire subito il fratello perché aveva bisogno di lui nell’attività familiare.

Il mulino necessitava proprio delle forze di un adolescente, in quel momento? 

Il padre, in cambio, acconsentì, che Vincenzo, con l’aiuto del parroco don Giuseppe Favenza, potesse avviarsi agli studi superiori anche senza allontanarsi dalla famiglia. Baldassarre, non intendeva ostacolare il figlio ma voleva vedere da vicino come sarebbe cresciuto.

Nei cinque anni che seguirono poté avere la conferma che nel ragazzo c’erano attitudine allo studio, disponibilità ad obbedire, responsabilità verso l’azienda di famiglia. Se anche questo figlio avesse voluto diventare prete, sarebbe stato comunque un buon prete, di quelli che piacciono a Dio e alla gente.

Quando Vincenzo fu pronto per sostenere gli esami di maturità, gli venne concesso ciò che desiderava: andare in seminario.

Il padre, prima che la morte lo cogliesse da lì a pochi anni, lo vide indossare i paramenti sacri e poté ascoltare i primi echi del suo zelo pastorale, nelle parrocchie del circondario di Pizzighettone.

I suoi occhi avevano visto bene: un prete che voleva essere prete prima ancora che fare il prete.

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