Il vero cuore di Cristo

Siamo alla vigilia della Solennità del Sacro Cuore, festa molto familiare al nostro istituto e a numerose altre Congregazioni e questa circostanza ci offre l’opportunità di fermarci sul tema del Cuore di Cristo.

Il primo significato che si dà al termine cuore è quello di organo fisico. Nel linguaggio corrente, però, il termine cuore ha significati diversi da quelli dell’organo fisico. Esso indica il centro affettivo della persona: «Ti amo con tutto il cuore! Sei nel mio cuore…». «Hai un cuore grande» oppure «un cuore tenero» o «un cuore freddo…» sono tutte espressioni che si riferiscono al centro affettivo della persona. C’è, allora, un centro non fisico che noi chiamiamo cuore, che è la sorgente intima della vita personale.

La devozione al Sacro Cuore nella sua iconografia forse non ha tenuto presente tale distinzione. Il Cuore fisico di Cristo può essere oggetto di venerazione, ma non è il cuore che ha tanto amato gli uomini, questo cuore che ha amato gli uomini e continua ad amarli è il cuore spirituale. 

Non è il cuore fisico che attira, questo ha solo un valore simbolico, ma il «vero» cuore principio dell’amore è quello spirituale.

La spiritualità del Sacro Cuore ha bisogno, pertanto, di soffermarsi sul centro della vita morale ed affettiva di Cristo. I testi evangelici riportano una sola volta una affermazione esplicita di Gesù sul proprio cuore: «…io sono mite ed umile di cuore» (Mt 11,29, ma può bastare per essere illuminati.

Accoglieremo questa luce da alcune riflessioni che seguiranno nei post successivi.

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