Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato

Il terribile frastuono delle armi, che sognavamo tacitato per sempre, è ricominciato, portando con sé l’altrettanto terribile rumore delle grida innocenti, dei pianti inconsolabili, della disperazione e della distruzione crescenti e strazianti. Davanti a tutto quello che sta succedendo e che ha travolto l’Ucraina e con lei tutta l’Europa in questi ultimi giorni, non possiamo e non vogliamo restare indifferenti. Facciamo nostre le parole del cardinal Lercaro pronunciate nel 1968: «La Chiesa non può essere neutrale, di fronte al male da qualunque parte venga: la sua via non è la neutralità, ma la profezia; cioè il parlare in nome di Dio». E l’unica parola di Dio davanti al massacro tra fratelli, è quella della pace. Non esistono guerre giuste. «Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato, è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male» (Fratelli Tutti, 261).

Ci uniamo al dolore e alla sofferenza degli uomini, delle donne e dei bambini coinvolti nei drammatici fatti degli ultimi giorni. Vogliamo «prendere contatto con le loro ferite, toccare la carne di chi subisce i danni, rivolgere lo sguardo ai tanti civili massacrati, prestare attenzione ai profughi, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini privati della loro infanzia. Guardiamo la realtà coi loro occhi, per riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra» (FT 261).

Non vogliamo dimenticare nemmeno il popolo russo, tutte quelle donne e quegli uomini coraggiosi che sfidando il pericolo delle ritorsioni governative e delle conseguenze sulle loro vite, hanno espresso pubblicamente il loro dissenso rispetto alle scelte violente e mortifere del loro Paese, aiutandoci a crescere in una consapevolezza condivisa circa il nostro destino comune.

Non stanchiamoci di invocare e costruire la pace. Non turbiamoci quando «ci tratteranno da ingenui perché abbiamo scelto la pace» (FT 261).

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