Stelle e futuro (*)

«Almanacchi, almanacchi nuovi!»,

grida il venditore del poeta Giacomo Leopardi a un passante con il quale apre un fitto scambio di battute sul nuovo anno, per concludere che la felicità non è altro che attesa di qualcosa che non si conosce.

Più realisticamente Gianni Rodari si chiede:

«Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà

E dopo aver elencato ciò che oggettivamente non mancherà, conclude che l’anno nuovo, «anche quest’anno, sarà come gli uomini lo faranno».

Puntualmente ad ogni «Gennaio», indipendentemente dalle considerazioni filosofiche di Leopardi o dalla saggezza di Rodari, si ripete il rito della consultazione delle stelle. Nelle librerie come nelle edicole, sui social come nei talkshow televisivi dominano gli oroscopi, annuali, mensili, settimanali, per le diverse aree, quella della salute, dell’amore, del denaro, per ogni segno zodiacale, per l’ascendente… E  poi ci sono gli oroscopi cinesi e quelli atzechi… Tutto per un desiderio, sacrosanto si potrebbe ritenere, quello di conoscere il futuro, in alcuni casi una necessità compulsiva, una forma estesa di bisogno religioso che non è certo desiderio di Dio.

Prima di capire qual è davvero l’attività dei moderni astrologi c’è da chiedersi se gli astri esercitano veramente un’influenza sulla terra e sui suoi abitanti.

E se fosse vero, come è possibile intravvedere e quindi prevedere l’avvenire e predire gli avvenimenti che ci capiteranno durante la nostra vita?

Tholos tempel in Delphi

Fin dalla notte dei tempi, gli antichi si rivolgevano agli oracoli: il più famoso è quello di Delfi. Oggi l’interesse per magia e occultismo, trova terreno fertile tra tutte le classi sociali anche culturalmente elevate, impegnate nel mondo della politica o a livelli dirigenziali. Non sono esenti, neppure, molti giovani, spesso segnati da una profonda solitudine, da situazioni familiari difficili e da incertezze per il futuro.

Davanti al vuoto di valori e di fede che è innegabile rilevare, sorgono i nuovi «profeti» con la proposta presunta di aiutare le persone a progettare il loro avvenire. Ma, ahimè, poiché il futuro «è come gli uomini lo faranno», il loro intento finisce per essere puramente quello economico. Una ricerca del Codacons afferma, infatti, che quello dell’occulto è un mercato che «tira molto» con un giro di affari di 8 miliardi di euro all’anno!

Perché l’astrologia gode, comunque, di tanta considerazione?

È la paura del futuro, e il conseguente tentativo di dominarlo o di governarlo, prevenendolo. L’inevitabile senso di impotenza che oggi segna le persone produce ansia e insicurezza, a cui si aggiungono un presente incerto per la crisi economica, per la pandemia, i disastri ambientali e climatici, fenomeni tutti questi che non si risolvono pigiando un pulsante e nemmeno facendo muovere virtualmente ingenti capitali da un capo all’altro del mondo. Incertezza, timore, impotenza  che spesso si accumulano sul malessere soprattutto di quanti sono deboli, fragili, in difficoltà, o stanno attraversando un momento critico nella loro vita, o cercano delle risposte immediate ai propri interrogativi o una soluzione ai propri problemi.   

Questo è il terreno dove oggi può proliferare l’astrologia.

Per il credente che cosa vuol dire desiderare di conoscere il proprio futuro?

Il credente, che non è esente dalle criticità attuali, come si pone di fronte al futuro?

Che cosa dice la Bibbia?

Se ai tempi biblici l’astrologia era una pratica molto diffusa in tutto l’Oriente e gli indovini avevano molto successo, con la Bibbia la concezione cambia: la terra è il centro dell’universo e gli astri sono semplicemente dei «luminari», creature di Dio al servizio dell’uomo, che rivelano la grandezza del Creatore.

Lo scrittore del Deuteronomio raccoglie gli inviti e gli ordini di Dio dicendo:

Dt 18, 9-14: «Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, non si trovi in mezzo a te chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia;  né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore. Tu sarai irreprensibile verso il Signore tuo Dio».

E il Levitico (Lv 19,31) conferma:

«Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini; non li consultate per non contaminarvi per mezzo loro. Io sono il Signore, vostro Dio».

Gli ebrei che, alla stregua dei popoli vicini, volevano «conoscere il futuro», potevano rivolgersi, però, ad un sacerdote o a un profeta che trasmetteva la richiesta a Dio, e la risposta riportava il pensiero di Dio.

In questo modo Dio affermava che c’è un solo Signore: lui solo è da adorare e di lui solo ci si deve fidare. Il futuro è nelle sue mani e compito del popolo è quello di ascoltarlo. Il desiderio di conoscere il proprio futuro, a prescindere da Dio, nascondeva, infatti, l’antica tentazione di essere come Dio, la sete di potere, in radicale antitesi con l’umile e fiducioso abbandono del credente alla volontà del Padre.

Con la venuta di Cristo, il destino dell’uomo, il suo futuro è ampiamente manifestato: Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e che insieme a Gesù, figlio, formino una sola famiglia. Nulla di tutto questo può dipendere dagli astri ma solo dalla fede  e dall’accoglienza del piano di Dio.

Poiché Dio ha creato l’uomo libero, anche se pesano su di lui numerosi condizionamenti, è dalla libertà che dipende il futuro di ognuno, e non dagli astri: nessuna «configurazione astrale» può avere un’influenza determinante e decisiva sul comportamento, sull’avvenire e sulla salvezza degli uomini.

Dio rispetta la nostra libertà, e il nostro futuro non è fissato nemmeno da Dio. Per questo non serve a nulla interrogare le stelle per conoscere come sarà. È tempo perso e soldi sprecati consultare un mago o un veggente per sapere «ciò che ci attende». Il credente orienta il suo avvenire e prepara il suo futuro con gli atti, le scelte, le decisioni e gli impegni quotidiani.

Oggi come ieri, la Chiesa ci ripete: è solo la Parola di Dio che illumina e sostiene la libertà e la dignità dell’uomo, figlio di Dio.

(*) Il presente post prende ispirazione da un lavoro più scientifico che sr Daniela Sanguigni ha preparato durante i suoi studi alla Pontificia Università Salesiana. Per chi volesse approfondire il tema è disponibile il testo originale del lavoro al seguente link.

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