Vieni e vedi… perché la tua gioia sia piena (1)

Condividiamo alcune testimonianze che si rifanno all’esperienza estiva di alcune giornate di convivenza tra le giovani che nel corso dei mesi precedenti avevano partecipato ad un itinerario vocazionale online, organizzato da un gruppo di suore Figlie dell’Oratorio dal tema: CHIAMATE PERCHÉ AMATE.

Le emozioni forti, di solito legate ad esperienze anche impegnative e per un certo senso faticose, non sfumano con il ritorno alla quotidianità, né con la fine dell’estate, ma restano nel fondo del cuore come pietre miliari, pietre che danno l’orientamento del cammino per sé e per altri.

È questo il motivo per cui vengono riportate ora anche se a distanza di un po’ di tempo da quando sono state vissute. Inoltre vogliamo leggerle anche come un’eco positiva alle risonanze che alcune FdO hanno condiviso con noi nelle scorse settimane sul messaggio del Papa per la GMG 2021.

Grazie.

Servite il Signore nella gioia

Ciao a tutti! Sono Alice. Ho 19 anni e vengo da Gottolengo.

Ad agosto, insieme ad altre ragazze, abbiamo vissuto quattro giorni a Villa Immacolata. Grazie a Denise, suor Roberta, suor Rita, suor Daniela e suor Renata abbiamo avuto la possibilità di vivere in comunità, conoscere nuove ragazze, visitare luoghi nuovi, scoprire ogni giorno qualcosa di noi stesse.

Tra le tante attività che abbiamo fatto, l’adorazione eucaristica della prima sera mi ha colpito particolarmente. Era l’inizio di un’avventura nuova, l’incontro con persone mai viste e quindi realtà diverse dalla mia e questa adorazione è stata l’avvio perfetto: le parole che ho ascoltato quella sera hanno risuonato dentro di me ogni giorno.

L’adorazione era strutturata in due momenti: oltre alla Parola di Dio abbiamo trovato degli spunti di riflessione che ci hanno permesso di smuovere dei pensieri interiori e imprimerli meglio nel nostro cuore.

A conclusione di ogni singolo momento c’era un gesto e un canto.

Uno di questi momenti ci ha aiutato a conoscere i nostri limiti, le nostre fragilità e le nostre paure, che abbiamo poi scritto su un foglietto e stracciato sull’altare; mentre nell’altro momento abbiamo riflettuto sull’importanza di avere fede nel Signore. Dobbiamo essere consapevoli che c’è Qualcuno che ci ama, ci apprezza e ci sostiene e quindi, come ha detto Papa Giovanni Paolo II ai giovani alla GMG del 2000, l’importante è vivere il tempo che ci è stato donato con coscienza e non come se fosse un caso.

A conclusione di questo momento ciascuna di noi ha preso da un cestino una frase. La mia, il Salmo 100, dice: «Servite il Signore nella gioia». In particolare, questo l’ho potuto vivere nei giorni successivi, l’ho sperimentato personalmente quando siamo andati alla cascata della Froda. È vero, il paesaggio era mozzafiato, ma ciò che mi ha reso più felice e gioiosa era la felicità e soddisfazione di tutte per essere riuscite a portare Chiara fin lassù, nonostante il sentiero stretto, i massi durante il cammino, il ruscello fino alle ginocchia, insomma nonostante tutto.

Lei si è fidata di noi, ci ha permesso di aiutarla, ci ha mostrato le sue fragilità e non se ne è vergognata, anzi, la cosa che mi ha stupita di più è la sua forza nel trasformare queste debolezze in coraggio e motivazione per affrontare ogni ostacolo.

Questo Salmo è diventato la mia guida di ogni giorno. 

Ancora oggi cerco di vivere le mie giornate condividendo il tempo con le persone che incontro con gioia e soprattutto ho capito che tutto ciò che viviamo non è un caso, ma un dono che il Signore ci fa mettendo sul nostro cammino persone che ci insegnano ad essere noi stesse e a vivere nella gioia. Concludo ringraziando tutte le suore e Denise per la bellissima esperienza e per l’organizzazione di queste giornate. E un grazie alle ragazze che ho conosciuto e che mi hanno permesso di essere me stessa, ascoltandomi e donandomi qualcosa di se stesse.

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