Avvento, tempo di attesa, tempo di attenzione!

«Le cose più importanti non vanno cercate, vanno attese» (S. Weil)

Quanta attesa richiede un figlio! La possibilità del concepimento, il tempo della gestazione…e dopo la nascita, l’attesa del primo sorriso, del primo dentino, della prima volta che pronuncia mamma o papà, del primo passo…

I genitori per quanto facciano per il loro piccolo non si meritano nessuna di queste primizie, sono un dono. A loro tocca essere attenti per non perdersi queste gioie della vita.

Lo stesso e di più succede con Dio: non si conquista, non si merita, si attende e si accoglie.

L’Avvento che iniziamo è il tempo dell’attesa e dell’attenzione.

Un’attesa che può essere messa in pericolo dalla distrazione. Capita a tutti di fare una cosa ed avere la testa da un’altra parte; di incontrare una persona e non ricordare il colore dei suoi occhi; di camminare o di viaggiare e non accorgersi dei tesori di bellezza che ci accompagnano.

Attendiamo il Natale e vogliamo essere attenti per capire come Dio, oggi, nei nostri grovigli, si fa impercettibilmente ma realmente presente. L’attenzione è già una forma di attesa, di preghiera, è una porta socchiusa perché il Natale non sia una festa come tante, ma possa essere percepita come un evento ricorrente e sempre inedito in cui Dio, in Gesù rinnova e conferma la sua decisione di stare con noi.

L’Avvento ci consente di coltivare questa attesa anche se a volte potrà essere attraversata dalla distrazione. Dio viene lo  stesso!

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