«Taita», non appartieni al passato, ma al futuro!

Dal monastero Santa Maria del Paradiso, in Ecuador, il monaco e vescovo mons. Lorenzo Voltolini ha ringraziato le suore Figlie dell’Oratorio per il ricordo che gli abbiamo fatto pervenire in occasione della morte di Mons. Mario Josè Ruiz Nava, arcivescovo di Portoviejo, avvenuta lo scorso 9 dicembre. Ha voluto condividere con noi il suo discorso di commiato dall’Arcivescovo di cui è stato prima discepolo e poi confratello nell’episcopato, letto in occasione della messa di trigesimo celebrata a Quito. Lo condividiamo sul nostro blog perché è bello e fa bene leggere testimonianze di vita come queste. Ci parlano di Vangelo vissuto, ci parlano di un Dio che si incarna ancora e incrocia le nostre strade; ci trasportano in un orizzonte «altro» dove scopriamo davvero che chi ci ha preceduto non appartiene al passato, ma è già futuro presente.

«Gli indigeni parlano dei defunti come del futuro e ora, tu, Taita (papà nella lingua indigena) carissimo, non appartieni al passato ma al futuro: in Dio sei già nel pieno gaudio. A noi hai indicato con la tua vita alcuni sentieri che possono dare la vera felicità: l’amore alla Chiesa; la fedeltà, costi quel che costi; la sincerità, anche se a volte può avere conseguenze non desiderate; la generosità e il dono di sé… Quanto hai dato senza chiedere nulla in cambio! E soprattutto la gratitudine di cui voglio rendere testimonianza in questo momento.

Eri grato e orgoglioso della tua famiglia, del tuo paese Pujilì, dell’essere ecuatoriano, Latinoamericano. E il Signore ti ha concesso un privilegio chiamandoti alla Vita eterna il giorno della memoria di una santa ecuatoriana, Narcisa de Jesùs e del primo santo indigeno, san Juan Diego.

Eri infinitamente grato al Signore per la chiamata al sacerdozio che apprezzavi infinitamente e che cercavi di vivere con autenticità. Eri grato al Cardinale Della Torre per averti dato la possibilità di andare a Roma per gli studi teologici e di averti scelto come suo segretario personale in occasione del conclave in cui fu eletto Papa Giovanni XXXIII nel 1958.

Sei stato molto grato e riconoscente verso i missionari fidei donum e religiosi. Il 15 agosto dello scorso anno, in piena pandemia, a Chone ci fu l’ordinazione episcopale di un sacerdote del primo gruppo di ordinati del seminario da te fondato in Portoviejo. Anche se molti ti avevano sconsigliato di partecipare per i rischi che comportava, hai voluto essere presente per ringraziare Dio di questo dono di vedere un sacerdote formato da te divenire vescovo e durante la messa hai voluto anche ringraziare pubblicamente i missionari Agostiniani irlandesi che in Chone si erano dedicati per moti anni.

Ogni volta che andavi in Europa per qualche impegno ecclesiale, trovavi sempre il tempo e le occasioni per visitare le famiglie o le congregazioni dei missionari che operavano nella tua diocesi e portavi loro un ricordo dell’Ecuador. In questo modo volevi esprimere gratitudine ai missionari ma anche alle loro famiglie naturali o religiose per ciò che facevano a favore della Chiesa.

Malato a causa dell’età avanzata, nonostante le difficoltà a muoverti, hai continuato a fare visita agli amici, ai sacerdoti e ai religiosi anche a quelli in difficoltà e non hai mancato di venire al nostro monastero. Ricevi tutta la nostra gratitudine, anche dei monaci per ciò che hai fatto ottenendo la donazione del terreno e di alcuni edifici trasformati poi in monastero. Il Signore non potrà non ricambiarti tanti gratitudine ora che vivi nel suo abbraccio.

Grazie, ancora, ci manchi molto, non ti dimenticheremo facilmente!».

 Fr. + Lorenzo Voltolini

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  1. Grazie per la condivisione. Fa bene fare memoria di coloro che ti hanno consentito un cammino di “Chiesa in uscita”.
    Grazie Mons. Ruiz. Grazie Mons. Lorenzo. Grazie Mons. Paco.