Tu sei mio Figlio, l’amato!

Al Giordano, è la prima volta che ascoltiamo il Padre che parla a Gesù. E gli dice: «Tu sei mio Figlio, l’amato». Parole che non sono riservate a Lui, bensì all’umanità, perché Gesù, mettendosi in fila con i peccatori, immergendosi nelle acque del Giordano, e prima ancora facendosi uomo, si è identificato con tutti gli uomini di tutti i tempi.

Al Giordano, in Gesù tutta l’umanità diventa figlio, amato.

Figlio è la prima parola con la quale Dio si rivolge a me, a ciascuno di noi. E per la fede, Dio genera figli secondo la propria specie, e come noi tutti abbiamo il cromosoma dei nostri genitori nelle nostre cellule, così abbiamo il Dna divino in noi. «Io sono immerso in Dio e Dio è immerso in me; io nella Sua vita, Lui nella mia vita» (G. Testori).
Amato è la seconda parola. Prima che io lo sappia o no, ogni giorno, ad ogni risveglio, il mio nome per Dio è «amato». Un amore che mi avvolge a prescindere da ciò che oggi sarò e farò. E che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me! Per fortuna, o, meglio, per grazia!

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