Domani sarà di nuovo Natale!

Il mondo è riuscito a trasformare il Natale di Betlemme in una festa calda, piena di sentimenti di bontà e tenerezza… per un bambinello che nasce al freddo e al gelo.

Ma il natale è tornato ad essere anche la festa dell’inverno: nelle vetrine, infatti, non appaiono più presepi o angeli ma paesaggi nordici sotto la neve.  È il nuovo paganesimo che in occasione del solstizio d’inverno, come nell’antichità, festeggia un evento astronomico ciclico.

In queste due deviazioni, quella tutto sentimento e questa tutta pagana, di vero non c’è nulla.

In questo nostro anno, attraversato da una condizione inedita, celebriamo il Natale nel quale il Signore viene, testardamente e sicuramente, e chiede alla nostra fede di abbandonare la nostalgia di un Natale come quelli degli anni precedenti.

Il Natale di Gesù ci chiede che mettiamo in campo una sobrietà che sappia rendere un minimo di onore alle centinaia di morti che ogni giorno rendono umanamente più povero e affettivamente più triste il nostro paese.

Il Natale di Gesù ci chiede di dargli ospitalità perché viene a visitare il suo popolo e a piantare saldamente la sua tenda nel mezzo delle nostre vicende umane, proprio quelle di oggi.

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