Avvento: attendere le promesse di Dio

Stiamo vivendo il tempo di Avvento e ci aspetta un Natale ancora difficile da immaginare. Abbiamo la sensazione come di chi «cammina a vista» e questo ci mette nel cuore un grande senso di incertezza, unito alla fatica, nelle nostre comunità, di trasformare tutto in opportunità di rinascita evangelica.

Ci pervade una forte sensazione dell’attesa, reazione del tutto naturale in questi tempi.

Mai come quest’anno l’avvento è la metafora della realtà, di ogni persona e del mondo stretto nella morsa della pandemia.

Dio, che non è solo il Dio dei cristiani, ieri come oggi, non è sordo e insensibile al nostro gemito, e, insieme al suo interesse per la sua creatura, suscita anche la voglia di libertà, provoca a mettersi in cammino e apre davanti un mare, verso una Terra Promessa…

Infatti Egli è il Dio della promessa: «Vi sarà dato un figlio, sarà chiamato Dio con noi». È con noi Colui che mai abbandona, Colui che prova gioia a stare vicino. È vicino come il cuore, vicino come il respiro. E poiché questo è Amore, questo Dio non può esser preteso, ma «solo» atteso.

Mai atteso come in questo Avvento!

Vale la pena fermarsi e riportare l’attenzione alla nascita del Figlio, e alla nostra rinascita, ambedue promesse da Dio e quindi garantite.

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