Pagine di vita, racconti di un’anima (26)

Lodi, 25 ottobre 1898

Abbiamo ripreso la scuola da poche settimane e sento già la stanchezza. La scuola si è fatta pesante. Appena mi è stato possibile, sono andata a salutare il confessore che si mostra felice del mio ritorno. Mi anima a non studiare con affanno e, poiché si ricorda come sono arrivata fisicamente alla fine del precedente anno scolastico, mi incoraggia a chiedere alla cuoca qualcosa in più da mangiare, perché nonostante siamo solo all’inizio mi vede già indebolita. Nei miei riguardi colgo una preoccupazione quasi nuova e questo, oltre a riempirmi il cuore di gioia e di pace, mi fa sentire sicura. La relazione con lui non esclude il mio rapporto e la mia confidenza con don Vincenzo, al quale cerco di non nascondere nulla della mia anima, ma il tratto del confessore è molto premuroso e attento nei miei confronti, meno asciutto e sbrigativo di quello del fondatore.

A casa e a scuola ci troviamo bene. Il programma scolastico è molto più ampio e difficile, ma ho la percezione che quello che ci aspetta, e non parlo della scuola, è più gravoso e difficile. Intanto ho visto insieme al padre confessore il metodo di vita e sto impegnandomi a seguirlo.

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