Pagine di vita, racconti di un’anima (13)

Lodi, 20 gennaio 1897

Taddea già da qualche settimana è malata e i tempi per la guarigione non sembrano brevi. Dopo alcuni giorni di silenzio e tristezza, ora si è aperta. Vado a scuola e mi prendo cura di lei ogni giorno in tutto. Cerco non solo di fare gesti di carità, ma di essere amorevole, non solo di servirla, ma di essere servizievole, di essere comprensiva e essere attenta alla sua sofferenza fisica e spirituale. Mi ha comunicato la sua paura di perdere l’anno a causa della malattia e, dietro a questo timore, ho colto la richiesta di essere aiutata a studiare. Non mi sento pienamente all’altezza, ma il doverla aiutare è per me uno stimolo a stare più concentrata durante le lezioni. Penso che la malattia sia provvidenziale, perché vedo che ci sono momenti in cui è più tranquilla, serena, aperta di animo, anche se è ancora condizionata da pregiudizi che la opprimono.

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