Riconoscere le più profonde radici umane della crisi della nostra casa comune – Laudato si’ (9)

Quinto comandamento verde:

Riconoscere le più profonde radici umane della crisi della nostra casa comune.

Gli squilibri attuali «hanno a che vedere con l’orientamento, i fini, il senso e il contesto sociale della crescita tecnologica ed economica» (LS 109) e con questioni etiche e spirituali.

Laudato si’ individua la radice comune della crisi socio-ambientale nel paradigma tecnocratico, verso il quale bisogna opporre resistenza, con uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità ecologici.

Al numero 9 Papa Francesco riporta il richiamo di Bartolomeo ad avere attenzione alle radici etiche e spirituali dei problemi ambientali, che ci invitano a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi. Ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare. È un modo di amare, di passare gradualmente da ciò che io voglio a ciò di cui ha bisogno il mondo di Dio. È liberazione dalla paura, dall’avidità e dalla dipendenza». Noi cristiani, inoltre, siamo chiamati ad «accettare il mondo come sacramento di comunione, come modo di condividere con Dio e con il prossimo in una scala globale» (LS 9).

Riconoscendo che la sfida ambientale riguarda tutti indistintamente, Laudato si’ invita a prendere posizione, con aggregazioni di cittadini che favoriscano una presa di coscienza dei problemi e cerchino soluzioni concrete.

Purtroppo, molti sforzi in tal senso sono spesso frustrati dal rifiuto dei potenti e dall’indifferenza di chi ha interesse che la criticità resti sommersa: c’è chi nega che ci sia un problema, chi vi è insensibile, chi si rassegna, o chi presta fiducia solo nelle soluzioni tecniche.

C’è bisogno di nuova solidarietà universale, in cui tutti collaborino come strumenti di Dio per la cura della creazione, ciascuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.

In quanto consacrate e operatrici in contesti educativi occorre riportare alla coscienza umana personale il problema ecologico, per cui cercare proposte e vie da percorrere con gli utenti per passare dall’avidità alla generosità, dallo spreco all’uso comune, dall’accumulo al dare agli altri ciò che gli è dovuto. Per questo possono essere utili iniziative di raccolta di alimenti, anche frutto di rinunce personali a favore di alcuni progetti internazionali, campagne di sanificazione di boschi e corsi d’acqua, allo scopo di promuovere una mentalità che vada oltre i propri bisogni, oltre i propri confini: la terra è casa per tutti e non solo per alcuni, i più fortunati o i più spregiudicati.

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