Tempo di nidi, tempo di covid…, tempo di Vita!

Dall’ormai famoso «21 febbraio», sono passate diverse settimane… Che cosa abbiamo osservato e visto, sentito e provato in questo tempo?

Abbiamo percepito che la vita, in qualsiasi modo si presenti, apre alla meraviglia e alla sorpresa, alla tenerezza, a farsene carico. Dio l’ha pensata così, quando ha creato gli alberi e gli animali vedendo che «erano cosa buona» e soprattutto quando ha creato l’uomo considerandolo «cosa molto buona». Accorgerci della bellezza e della forza della Vita, negli esseri che abitano un piccolo giardino di città come in ogni persona che conferisce spessore umano ai quartieri, è onorare l’azione creatrice di Dio.

Tutti gli anni la coppia dei merli compie il rituale del recupero o della costruzione del nido, così come avviene il germogliare delle foglie e la fioritura degli alberi… Sempre uguali ma sempre nuovi.

I merli, lui piumaggio nero-lucido e becco d’oro, lei meno appariscente ma molto attiva nel gioco hanno dedicato alcuni giorni ai corteggiamenti.

Intanto il fogliame degli alberi si è fatto fitto, adatto a nascondere il nido agli occhi di eventuali intrusi. Poi qualche fuscello, fili di stoffa, un po’ di acqua e polvere e il nido, rimasto dalla scorsa primavera nell’incrocio tra due rami, era pronto, mentre una autentica colonna sonora di fischi e gorgheggi, raccontavano il corteggiamento e diventavano sicuramente un inno alla vita e al Creatore.

Ma è anche tempo di covid… e il quartiere, nel quale si trova il giardino protetto da alti palazzi, ha pure lui la sua colonna sonora, come sempre, come in ogni stagione e in ogni tempo, ma in queste settimane i suoni, per lo più degli assolo, si odono distintamente ed entrano nella mente e nel cuore. Sono le sirene delle ambulanze che corrono proprio verso l’ospedale che è nelle vicinanze. Un giorno meno frequenti, l’altro invece di più, prima si percepiscono solo se tendi l’orecchio e  poi, avvicinandosi piano piano, pensi al carico umano e di dolore che portano: le persone che soffrono, le famiglie che sono in pena, gli operatori affacendati.

Le sirene, però, non parlano di morte, bensì di vite da salvare, da «voler» salvare…, per cui bisogna poter arrivare presto e in tempo… Feriscono l’udito e colpiscono al cuore ma sono un grido a favore della Vita.

E nasce una preghiera di lode e di intercessione all’autore della VITA affinché la custodisca, in ogni sua forma, in ogni sua creatura. Dice il Salmo: «Uomini e bestie Tu salvi. Signore!» non per essere omologati ma perché coinvolti in un progetto nel quale l’uomo non può prevaricare su alcun altro essere vivente.

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