Dio nella piccolezza!

La Redazione del blog, nell’augurare ai lettori simpatizzanti, fedeli od occasionali, un Santo Natale del Signore, ricorda una meditazione di san Vincenzo in cui sottolinea come il Figlio di Dio, nel venire nel mondo, ha invertito la rotta comune, ha cambiato il corso della storia e si è proposto povero, indifeso, circondato da persone e situazioni limite… Ha scelto la periferia della storia e dell’umanità. 

Scrive san Vincenzo:

«Il Figlio di Dio nascendo si elegge a Madre una Vergine, illustre per antenati, ma di una famiglia scaduta, e nella maggior povertà. Quegli che Gesù Cristo volle fosse Sposo della sua Genitrice e suo padre putativo, è un povero fabbro, che campa colla fatica delle sue mani. La terra in che vuol nascere è una borgata spregevole e quasi dimenticata: il luogo che appena nato lo accoglie è una stalla; la culla ove giace è una mangiatoia; il letto su cui riposa è un pugno di paglia; le vesti che lo ricoprono sono pochi cenci. Se fa noto il suo lieto nascimento, non si volge che ai pastori, gente semplice e povera. Roma ed i suoi imperatori, Gerusalemme ed i suoi Principi, la Giudea ed i suoi Re non sono punto cercati in questa occasione. Non altri che i poveri, sì non altro che i poveri ricevono le benedizioni ed i favori di Gesù, e meritano di essere i primi a rendergli i loro omaggi».

Fa eco – inconsapevolmente! – a queste parole di San Vincenzo p. Ermes Ronchi quando dice:

«Dio  è entrato nel mondo dal punto più basso, da una grotta, da una stalla. Ha mosso i suoi primi passi dalla periferia, ha sorriso agli ultimi della fila.

Quella notte a Betlemme la grande ruota della storia si è fermata e ha imboccato un’altra direzione: Dio verso l’uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, dai palazzi verso una stalla, i Re Magi verso un bambino, chi ha pane verso chi ha fame. Lo ha fatto perché nessuno resti escluso».

La vera via per vivere il Natale autenticamente è già stata tracciata da Gesù: l’invito sempre attuale e rinnovato è a percorrerla. È l’augurio reciproco che affidiamo alla preghiera.

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Rispondi

  1. Dio nella piccolezza perché vuole redimere l’idea che ti porti addosso cioè il credere che la tua vita è insignificante, perché l’ideale di essere un fuori serie, l’ideale di essere un diverso che si distacca della condizione della massa è un ideale fortissimo. cosa attrae? Uscire dalla condizione comune, però Gesù con la sua piccolezza smentisce questa menzogna.

  2. La nascita di Gesù, anche oggi, si propone come modello di attenzione agli altri, alla natura, al mondo insomma. Un ‘attenzione orientata dalla solidarietà verso tutti: da nord a sud, da grande a piccolo. Una solidarietà all’insegna della circolarità, della condivisione: del tempo, del pensiero, della competenza…della vita. Qui non c’è posto per la supponenza, la gelosia. Dio, il Forte, è mitezza autorevole. Buon Natale.