Devozioni mariane tra le FdO: Sub tuum praesidium

Una delle prime prove, si fa per dire, da affrontare entrando nella vita religiosa era quella di imparare a memoria alcune preghiere, in breve tempo, con una difficoltà aggiunta quando si trattava di formule in latino e per le quali non era possibile l’uso di un sussidio.

Nello specifico, si tratta della preghiera del Sub tuum praesidium, che fa parte della nostra tradizione di Figlie dell’Oratorio – anche se non esclusiva! – da recitarsi quando si esce di casa.

Questa preghiera mariana, nata in Egitto, in ambiente copto nel III secolo, per il suo contenuto ha una probabile connessione alle persecuzioni che colpivano i cristiani di quei luoghi e di quei tempi ed esprime l’atteggiamento di un intero popolo che vive uno stato di pericolo e anela la liberazione.

Il termine praesidium, infatti, fa parte del linguaggio tecnico militare e significa esattamente «luogo difeso da presidio militare». La Vergine Maria è il Presidio dei cristiani, è la Madre a cui ci si rivolge. È questa, quindi, una preghiera che, nella sua semplicità, coniuga i sentimenti di confidenza e abbandono con la richiesta di un soccorso immediato.

Intraprendere un viaggio o attività fuori casa, camminare per strada, può certamente comportare delle difficoltà e dei pericoli fisici, ma la richiesta di protezione alla Vergine non può avere un valore solo propiziatorio, ma si può leggere secondo il significato dell’espressione di san Filippo Neri che chiedeva a Dio di tenergli le mani sulla testa andando fuori di casa  perché poteva succedergli di uscire cristiano e di rientrare non credente: «Signore, non ti fidar di me, perché cadrò al certo se tu non mi aiuti», ripeteva frequentemente secondo la sua abitudine di pregare con le giaculatorie.

Maria è il praesidium per chi si può trovare in situazioni in cui la sua fede, la speranza e la carità possono essere messe alla prova.

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