Credo nel prete!

 

 

 

 

… in don Luca che prega il breviario, mattino e sera, con i suoi fedeli, tanti o pochi che siano

… in don Mario che celebra la messa ogni giorno, anche  binando, con calma, fede e consapevolezza

… in don Gianni che saluta per nome tutti i mendicanti che incontra sulla strada che lo porta dalla canonica all’ufficio in curia

… in don Luigi che prepara con cura le omelie, senza ostentazione e compiacenza

… in don Carlo che si fa trovare sempre nel confessionale prima di ogni messa e che non ha fretta di smaltire la fila

… in don Gaetano che non va mai in vacanza per consentire ai suoi confratelli di farlo

… in don Alessandro che trascorre i pomeriggi e le serate in oratorio

… in don Pietro che ha capito che Dio non fa alcuna differenza e si intrattiene a casa di ebrei, ortodossi e musulmani.

… in don Claudio che riesce ad occuparsi dei ragazzi del carcere minorile come del coro di voci bianche della cattedrale senza sentirsi sdoppiato

… in don Giuseppe che, non temendo il giudizio di coloro che si ritengono i giusti, lascia che ognuno nella comunità cristiana si esprima come può e come è capace

… in don Franco che ha un occhio clinico per i giovani che hanno il desiderio di consacrarsi a Dio

… in don Elio che trascorre mattinate in un confessionale, vecchio modello, vero porto di mare per anime e  corpi distrutti dal peccato, dalla solitudine, dalla disperazione

… in don Marco che non fa della cattedra di greco e latino un pulpito o un palcoscenico

… in don Egidio, un prete all’antica, carico di anni e di acciacchi, ma lucido e saggio

… in don Enrico che non mangia mai da solo, ma condivide i suoi pasti con chi si invita alla sua mensa.

Credo nel prete, in ogni prete che mette al primo posto gli altri per servirli.

Come ha fatto Gesù.

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  1. Nelle prime tracce della nostra memoria infantile c’è la figura sempre inquietante dell’orco che mangia i bambini.
    Oggi pomeriggio stavo percorrendo una via di Milano molto frequentata con file di tavolini dei bar e ristoranti pieni di clienti che, insieme al pranzo o al caffè, si godevano il primo sole. Appoggiato al bordo di una aiuola ho intravisto un artista di strada, un po’ hippy e un po’ metallaro che cercava, anche se un po’ maldestramente, di attirare l’attenzione dei passanti per avere qualche spicciolo.
    “Ehi tu, prete mangia-bambini, non mi dai una monetina?”. Istintivamente mi sono guardata intorno ed effettivamente in mezzo alla gente c’era un sacerdote che avanzava con passo veloce.
    “L’ha detto il papa…c’era sul giornale oggi! Tu non leggi i giornali?”, ha aggiunto l’artista quando mi mi ha scorta mentre passavo davanti a lui, rendendosi conto che ero una suora.
    Pochi attimi e due battute, per un processo sommario. Innocenti e colpevoli tutti alla gogna, con tanto di pubblico.
    Ho perso immediatamente di vista il sacerdote che ha proseguito senza girarsi. Non so la sua reazione interiore: io mi sono sentita profondamente ferita dalla considerazione che l’uomo comune, di strada, ha del sacerdote. Consapevole che qualsiasi argomentazione non serve, mentre proseguivo per la mia strada ho pregato per tutti i preti, per quelli che purtroppo hanno tenuto un “orco” nascosto dentro di loro, e per quelli, la maggioranza, che si prendono cura dei bambini e dei piccoli come Gesù.
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