Non sapete che siete tempio di Dio?

«Non sapete che siete tempio di Dio?»: Don Vincenzo lo sapeva, non lo aveva mai messo in dubbio, ma quella mattina, quando le lesse durante la messa, queste parole gli diedero un senso di turbamento.

Dio presente in me! Se fosse un ospite nella mia canonica, gli farei compagnia conversando, mi interesserei di lui, mi sarei seduto a mensa insieme… ma sentiva che altrettanta attenzione e considerazione non la riservava per il Signore, non per disprezzo, semplicemente perché aveva le giornate piene di impegni.

Come posso rimanere unito a Dio mentre sbrigo la corrispondenza delle suore? E quando faccio la  catechesi e intrattengo i ragazzini scatenati nel cortile a giocare? O quando devo trattare con i contadini per la semina, il raccolto, gli acquisti, gli affitti…o con i soci del Mutuo Soccorso su come distribuire i contributi?

Don Vincenzo aveva sempre fatto tutto con coscienza retta, ma da solo… come farlo in due, lui e il Signore?

Non poteva più ignorare questa presenza! Non poteva dire al Signore presente in lui: «Torno subito!».

Aveva letto che «Gregorio Nazianzeno suggeriva di ricordarsi di Dio ogni volta che si respirava. Ma, si diceva don Vincenzo che ciò non è possibile a me e a quanti siamo occupati in tante cose pur necessarie. Perciò, rifletteva sempre  don Vincenzo, dovrei cercare il modo per percepire questa divina presenza».

Provò a immaginare allora «il suo interno come un Santuario, dove Dio sta pieno d’amore e di pietà, per ascoltare le nostre suppliche, per ricevere i nostri affetti, per difenderci, illuminarci, governarci, comunicarci i suoi doni e soccorrerci in tutto quello che è necessario alla nostra salvezza».

E gli venne in mente che, quando era piccolo, pur non rimanendo tutto il giorno attaccato alle gonne della mamma, non perdeva mai la consapevolezza che era come circondato e accompagnato dalla sua costante presenza, sicuramente affettiva e spirituale, ma anche fisica, sebbene non l’avesse sempre davanti agli occhi.

Si trattava per lui, ora, «di ravvivare la fede nella presenza di Dio in se stesso.

Un esercizio che doveva nascere quasi da sé, dall’abituale raccoglimento e crescere con la costante, ma quieta e soave, occupazione dello spirito».

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  1. Quante cose cambierebbero nella nostra vita, nel rapporto con Dio, nelle relazioni con gli altri se alimentassimo la consapevolezza di essere “Tempio di Dio”!!! San Vincenzo, aprici il cuore affinché impariamo da te a ravvivare la nostra fede nella presenza di Dio nella nostra vita!