Il domani è ciò che scelgo oggi

Anche la 34° GMG svoltasi a Panama è giunta al termine. Appuntamento a Lisbona nel 2022, con la consapevolezza instillata dalle parole del Pontefice, che da qui ad allora c’è una missione da portare avanti giorno dopo giorno. Oggi e non domani. Nell’omelia della Santa Messa di chiusura, Francesco esorta i giovani a credere che non sono troppo piccoli per essere coinvolti nel sognare e costruire il domani, non si può temporeggiare, non si può considerare il presente come la sala d’attesa del futuro, chiedendosi «quando tocca a me?» senza accorgersi che è già il mio turno per giocarmi, spendermi, vivere in pienezza la mia vocazione e realizzare la missione con cui il Signore mi ha sognato.

È una tentazione sottile ma forte. Davanti alle cose che non vanno e alle difficoltà, è facile assumere l’atteggiamento di mettersi in parcheggio aspettando tempi migliori, di tirarsi fuori dal gioco pensando che siano gli altri a dover cambiare la situazione, di pensare che non tocchi a me fare la mia parte perché troppo giovane (o troppo vecchio!), troppo inadeguato, inadatto o chissà cosa. Proiettarsi nel futuro per non assumersi le responsabilità del presente non aiuta a crescere, a maturare, a dare la propria risposta. «Nessuno ti può promettere un giorno del domani: la tua vita è oggi, il tuo metterti in gioco è oggi, il tuo spazio è oggi. Come stai rispondendo a questo?» interroga il Papa.

Francesco invita i giovani a non vivere di evento in evento, di parentesi in parentesi, ma a trovare il filo rosso della passione dell’amore che cuce assieme ogni istante della nostra esistenza. «Il Signore e la sua missione non sono un “frattanto” nella nostra vita, qualcosa di passeggero, non sono soltanto una Giornata Mondiale della Gioventù: sono la nostra vita di oggi e per il cammino! Per Gesù non c’è un “frattanto”, ma un amore di misericordia che vuole penetrare nel cuore e conquistarlo. Egli vuole essere il nostro tesoro, perché Gesù non è un “frattanto” nella vita o una moda passeggera, è amore di donazione che invita a donarsi».

Non è scontato oggi riuscire a credere che ci sia qualcosa o Qualcuno che sia più di una moda passeggera e per cui vale la pena donarsi. Siamo frammentati, discontinui, sottoposti a continui cambiamenti, vittime dell’individualismo. Per questo è indispensabile «riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che dobbiamo sforzarci di favorire canali e spazi in cui coinvolgerci nel sognare e costruire il domani già da oggi, non isolatamente ma uniti, creando uno spazio in comune».

Il domani è ciò che oggi scelgo. Che le nostre siano scelte che esprimano la nostra responsabilità personale e comunitaria, sull’esempio di Maria che «ha avuto il coraggio di dire “sì” per partecipare a questo adesso del Signore».

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