In merito al «Offro la mia vita per la Chiesa e per il mondo» di Mons Voltolini

Il post pubblicato da noi alcuni giorni fa (leggi qui) sulla scelta dell’arcivescovo mons. Voltolini, di «lasciare l’arcivescovado per la trappa», ma anche i vari articoli apparsi su numerose testate giornalistiche e social, hanno suscitato nel cuore dei lettori una varietà di sentimenti, per la stragrande maggioranza positivi, di vicinanza e di ammirazione, e sono stati anche occasione di approfondimenti personali, riflessioni e persino di «messa in questione» delle proprie scelte. 

Pubblichiamo integralmente la riflessione giunta alla nostra redazione di una Figlia dell’Oratorio, una di noi, che sente il bisogno di vivere fino in fondo la sua totale donazione a Dio e pertanto si è «interrogata» davanti alla scelta di mons. Lorenzo.

 

«Offro la mia vita per la Chiesa e per il mondo».

Leggendo questa espressione sono stata colta da un  interrogativo: «14 anni di missione fidei donum e 25 di episcopato in missione ad gentes non sono stati un dare la vita, consumarla giorno dopo giorno al servizio della Chiesa e del mondo?».

Sicuramente è stato così! Perché allora la necessità di fare una nuova offerta, proprio mentre si ritira definitivamente dall’attività apostolica?

Anche Gesù aveva donato tutto ai suoi discepoli e ai suoi connazionali… Non aveva tempo neppure per prendere i pasti a causa delle folle che lo cercavano e lo pressavano… Poi in Lui c’è stato un dono «finale» totale, per tutti, proprio qualche ora prima di essere arrestato e di morire in croce.

Allora… c’è offerta e offerta!

Personalmente tutti i giorni faccio l’offerta, ma mi rendo conto che offro quello che io faccio: «Actiones nostras, quaesumus Domine…».

Probabilmente c’è un’offerta in cui il «dono» non viene descritto, come fosse l’elenco di un inventario, perché è offerta e basta. Non resta nulla all’offerente; in alcuni casi nemmeno la vita.

La vita quotidiana, per me che per carisma sono chiamata  a vivere l’«offerta»,  è un pedagogo che piano piano mi educa al dono «totale e finale», quello che fa dire con verità «Io non mi appartengo». Finale, non perché precede la morte, ma perché è il dono oltre il quale non c’è altro dono possibile.

 

Con Dio funziona così!

Grazie, Mons. Voltolini, per questo tuo dono!

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