Il Signore non si ascolta stando in poltrona

«Mi chiamo Melissa, ho 18 anni e frequento il liceo scientifico di Capo d’Orlando (Messina). Nella mia vita ho sempre cercato la spiegazione di molte cose, senza mai trovare una risposta. Ho iniziato tra i compagni di scuola e negli anni mi sono accorta di non essere sulla giusta strada. Ho cercato in famiglia, ma per divergenza di idee e pensieri, ho capito che neanche quella era la strada giusta. Non riuscivo proprio a capire e mi ponevo frequentemente l’interrogativo di chi realmente fossi, che ruolo potessi avere io per la società e per chi mi circondava, come potessi sentirmi utile senza essere invadente e senza mostrarmi arrogante esaltando le mie qualità e i miei pregi. Ho a lungo cercato e finalmente qualche anno fa ho trovato la risposta che cercavo. L’ho trovata in una persona che mi ha sempre aiutato e sostenuto quando ne avevo bisogno. Anche quando il mondo appariva grigio ai miei occhi, era sempre lì ad osservare dolcemente lasciandomi la libertà di agire e di scegliere. Non mi vergogno di dire che questa persona è Gesù.
E non mi vergogno di dire che ho potuto conoscere questa realtà grazie alle Figlie dell’Oratorio che mi hanno aiutato tanto e continuano a farlo, proponendo sempre iniziative nuove per accrescere in noi giovani la fede, il servizio e la carità fraterna. Mi sono trasferita a Brolo nel 2014, dopo aver trascorso degli anni in un ambiente un po’ diverso, quello delle Suore Salesiane, e per questo mi sentivo in più, sempre fuori luogo. L’anno successivo ho iniziato a prepararmi per il sacramento della cresima e posso dire che sia stato proprio questo evento a determinare un cambiamento dentro di me: la cresima mi ha avviato alla scoperta del Vangelo e della parola di Dio che mi dà forza quando mi sento scoraggiata, mi consiglia quando devo scegliere e a volte mi riporta con i piedi per terra quando il sogno prevale sulla realtà, quando desidererei un mondo diverso e invece devo fare i conti con il mondo della violenza e dell’odio, oggi purtroppo sempre più diffuso. Le figlie dell’oratorio, con la loro presenza costante hanno sempre creduto in me, nelle mie potenzialità e nei doni che Dio mi ha concesso.
Mi viene da fare un esempio particolare. Dopo aver trascorso l’esperienza per animatori del grest, organizzato dalle stesse suore a Policoro (Basilicata), io ed un’altra ragazza lanciammo scherzosamente una sfida: imparare a suonare la chitarra. Inizialmente lo abbiamo considerato solo un gioco, ma dopo essermi veramente appassionata, personalmente ho iniziato a fare sul serio nonostante mancasse il tempo per organizzare gli incontri. Posso dire che grazie alle figlie dell’oratorio adesso sono nel coro della mia parrocchia e non esiste per me onore più grande che lodare Dio con l’arte per eccellenza, la musica. Del resto come diceva Sant’Agostino “Chi canta prega due volte».
Ma l’unicità delle figlie dell’oratorio non finisce qui. Proprio il 14 e il 15 settembre ho avuto l’immensa gioia di poter condividere con loro due giornate intense e toccanti: di poter vedere e ascoltare sua santità a Palermo, in ricordo del 25^ anniversario della morte di Don Pino Puglisi. Un’esperienza bellissima che ho potuto vivere solo grazie all’attiva presenza dell’oratorio all’interno della diocesi, una esperienza che mi ha insegnato moltissimo. Dormendo nei sacchi a pelo, per sole due ore, con le bolle sotto i piedi, con le bruciature del sole di mezzogiorno, e superando i tanti imprevisti, ho imparato cosa voglia dire sacrificarsi per Gesù, cosa voglia dire condividere qualcosa con altri ragazzi pensando che anch’essi stanno vivendo la stessa esperienza e soprattutto ho potuto ammirare l’amore e la pazienza con cui Suor Daniela, suor Katia, Suor Maria, collaborano e dialogano con i giovani. Un dialogo intenso e ricco di rispetto reciproco.
Ho anche avuto la possibilità di poter vivere l’importanza della condivisione, partecipando al grest estivo e al corso di ricamo per ben 4 anni, durante i quali si è consolidato sempre di più il mio legame con le suore presenti nel mio paese, che si sono sempre dimostrare comprensive per i miei impegni imprevisti e per le mie mancanze, accogliendomi a braccia aperte.
Un’altra bellissima esperienza vissuta grazie alla proposta delle figlie dell’oratorio è stato un ritiro vocazionale nel mese di luglio, al Santuario del Tindari (Me). È stato bellissimo poter trascorrere tre giorni lontani dalla solita realtà e ricchi di grazia, amore e devozione verso colei che per prima ha amato Gesù e si è interamente abbandonata a Lui. Ho potuto in quei giorni stare a contatto con diverse realtà religiose della nostra Diocesi: sacerdoti, suore di diversi ordini e laici impegnati nella loro quotidianità a diffondere la Parola del Signore. Ne sono rimasta estasiata e proprio per questo sono riuscita a comprendere meglio il ruolo e l’importanza che le suore hanno nel territorio, un’importanza soprattutto spirituale che ho sentito durante l’arco dell’intera esperienza.
Che dire, ci sarebbero moltissime esperienze di cui parlare, che mi hanno donato tanto e che porterò sempre nel mio cuore. Vorrei concludere con una frase di Papa Francesco: «Il Signore non si ascolta stando in poltrona. Rimanere seduti, nella vita crea interferenza con la Parola di Dio, che è dinamica. Per ascoltare il Signore bisogna essere in cammino, non aspettare che nella vita accada magicamente qualcosa». Questa è una frase a me tanto cara, perché esprime a pieno la missione delle figlie dell’oratorio, così vicine a me e a tutti i giovani da intrecciarsi nella nostra realtà, e perché mi fa riflettere e pensare che davvero il mondo ha bisogno di nuove vocazioni, per rimetterlo in piedi e riformarlo con il Suo aiuto ad immagine e somiglianza del Padre.
Melissa Ciminata

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