Compagne di viaggio

Ho conosciuto le Figlie dell’Oratorio nell’ormai lontano 2005; ero in partenza per la GMG di Colonia col mio parroco e i ragazzi della parrocchia. Partì con noi un altro gruppo di ragazzi, accompagnati da una suora FdO. Rientrando dalla Germania e da quella che resterà per sempre la mia GMG, insieme a tutto ciò che fece di quei giorni una delle più belle esperienze della mia vita, portai con me anche la certezza di aver conosciuto finalmente una suora “nuova”, una figlia dell’Oratorio, che oltre ad essere senza velo e senza il lungo abito nero, era diversa nel modo di relazionarsi coi suoi ragazzi, non faceva percepire quel distacco o limite che spesso si nota tra chi vive al di là e chi al di qua della consacrazione.

Ne è passato di tempo dalla mia GMG, ma lo scorso anno, mentre cercavo un’abitazione a Roma, ho ritrovato le FdO nella Casa Vincenzo Grossi, casa di alloggio in autogestione dove vivo da alcuni mesi con altre giovani lavoratrici e studentesse.

Mi si chiede, in questo tempo in cui il Sinodo dei Vescovi ha rilfettuto sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, di lanciare un messaggio alle FdO e al loro carisma. Mi chiedo e chiedo all’Istituto: è attuale presentarsi ai giovani d’oggi come suore che educano ai valori cristiani? Il giovane di oggi che vede la Chiesa come un insieme di precetti e negazioni non tenderà a scappare piuttosto che a rimanere quando sarà invitato a partecipare a iniziative religiose, formative e culturali? I giovani di oggi cercano maestri che insegnano dottrine e precetti dall’alto della loro sapienza e conoscenza o compagni di viaggio che abbiano sì un’alta formazione umana e teologica, ma con cui condividere esperienze di vita quotidiana? Mi sembra infatti che nei Vangeli sia maggiore il tempo che Gesù trascorre per strada rispetto a quello trascorso nella Sinagoga!

Ha senso che un giovane di oggi sia ancora educato, nel solito stile catechetico e parrocchiale, a valori cristiani che poi sul più bello vengono riposti nel cassetto per dare spazio alle tentazioni del mondo? Non è di gran lunga più fruttuoso che i giovani restino affascinati da chi, innamoratosi di Cristo, ha negli occhi il suo riflesso capace di contagiare chiunque incontra? Non dimentichiamo che fu Filippo col suo entusiasmo a smontare le certezze di Natanaele prima ancora che Gesù ne conquistasse il cuore!

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