La via del dialogo nella vita dei fedeli

L’annuale settimana di preghiera per l’unità dei cristiani porta noi Figlie dell’Oratorio a ricordare un aspetto del ministero del nostro Fondatore, san Vincenzo Grossi: il rapporto con una comunità di protestanti metodisti presenti nella sua parrocchia. Gli scriveva il Vescovo Mons. Bonomelli prima di nominarlo a Vicobellignano: «Io spero che in dieci anni voi rialzerete quella parrocchia e farete scomparire il centro malaugurato onde l’eresia si spande nelle vicine Parrocchie. Questa sarà l’opera vostra e la Vergine benedetta ci concederà di vederla condotta a termine».

Sfogliando il libro «La parrocchia e le chiese parrocchiali di Vicobellignano» edito nel 2013 con la collaborazione di diversi autori, troviamo un capitolo a firma di Mario Gnocchi proprio su questo aspetto che ha interessato la vita della città e quindi della parrocchia di Vicobellignano al tempo di don Vincenzo. Ne riportiamo alcuni passaggi:

«La speranza di Bonomelli andò delusa o almeno non si realizzò pienamente, nonostante l’impegno del Grossi. In occasione della visita pastorale del 1920 il parroco don Bernabè riferì che “vi è in parrocchia il Ministro Evangelico che tiene tutte le domeniche le sue funzioni a una trentina di persone di qui…” .Ciò che, in compenso, riuscì a don Vincenzo, secondo le testimonianze recate al processo di beatificazione, fu, se non una eliminazione “della eresia” almeno una mitigazione delle tensioni conflittuali tra le due comunità, grazie all’atteggiamento rispettoso e caritatevole che lui assunse nei confronti dei protestanti e delle loro famiglie, cui corrisposero analoghi sentimenti e comportamenti da parte evangelica e in particolare dal pastore protestante».

Don Vincenzo aveva dunque aperto una strada che i successori continuarono a percorrere.

Prosegue l’autore del suddetto testo:

«Nel 1914 arrivò a Vicobellignano il pastore Giovanni Ferreri uno dei rappresentanti più colti, spiritualmente più elevati ed ecumenicamente sensibili. Fu proprio durante la sua permanenza (1914-1923), in questo paese che ebbe inizio la sua amicizia con don Primo Mazzolari coadiutore nella vicina Bozzolo: è la testimonianza di un ecumenismo vissuto che spicca nel panorama della vita religiosa italiana degli inizi del 1900».

Senza nulla togliere oggi agli studiosi e ai teologi che percorrono la faticosa e lenta strada del dialogo teologico, l’esperienza del nostro Fondatore ci conferma nella convinzione che lo Spirito accompagna uomini e donne, famiglie e intere comunità a vivere tale dialogo nel tessuto quotidiano, dove la vita non è a scomparti, ma unità nella diversità.

Rispondi