Natale festa del futuro

Nella percezione comune il futuro è il tempo che non conosciamo e che sfugge al nostro controllo.

Nel senso biblico il futuro è la possibilità che sempre, attraverso le parole del profeta, viene data al popolo. Il Natale che celebra l’Incarnazione è una via aperta verso il futuro. Non è una bella e poetica rappresentazione coreografica di una nascita avvenuta ai limiti della accettabilità, e i cui pezzi, dopo quindici giorni, riponiamo ben imballati per poi tirarli fuori al successivo appuntamento annuale. È una storia che incomincia e che non avrà fine: Dio in Gesù è sempre con noi… fino alla fine dei tempi!

Natale è allora celebrazione dell’inizio del futuro.

Guai a negarsi la possibilità di accedere al futuro. È lo stesso che mettere fine alla propria vita.

Osiamo il futuro, non perché siamo tante… o perché siamo all’altezza…, ma perché è il cammino che ci si apre davanti. Nel motto del nostro Istituto c’è una affermazione al presente, come di qualcosa già in atto: «La via è aperta», e un imperativo proiettato nel futuro: «Bisogna andare». Fermarsi al presente è lo stesso che diventare un museo, direbbe papa Francesco, cioè un presente rivolto al passato.

Andare è un verbo del futuro!

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