Festa della donna 2017

donne-del-ns-tempob-640x447donne-devote1-2Ogni anno in prossimità dell’8 marzo, la pubblicità progresso, sfruttando gli argomenti della cronaca delle settimane che precedono la ricorrenza, si anima e si rende visibile con i mezzi che le sono propri. Quest’anno lo sta facendo con manifesti inneggianti alla «parità del genere» e invitando ad uno sciopero generale delle donne – e non solo! – per condannare la violenza sulle donne, affermare la loro autonomia, il diritto all’interruzione della gravidanza, il riconoscimento della loro produttività con l’abbattimento del divario tra gli stipendi di uomini e donne, ecc.

Lasciamo agli areopaghi civili e sociali la discussione dell’argomento della promozione della donna, tanto cavalcato quanto  sabotato, per soffermarci invece su una scena evangelica in cui le donne esprimono la loro identità, libere dal cliché culturale della sottomissione al mondo maschile come dalla millantata parità. Ci aiuta un commento di san Vincenzo Grossi al racconto della passione di Gesù dal quale prendiamo spunti di riflessione.

La folla radunatasi davanti a Pilato, costituita da soli uomini per motivi religiosi e culturali, corrotta molto facilmente dal potere, dichiara che Gesù è tanto malvagio da meritare la morte e organizza un corteo tra il sadico e il sarcastico. Alcune donne, saputa l’evoluzione dei fatti, muovono i loro passi dove le porta il cuore, cioè dietro Gesù e sul Calvario si stringono in silenzio attorno alla madre e alla croce da dove pende il Giusto. Qualcuno, percependo i segni dell’agonia che ne annunciano la morte imminente, fa prorompere tra i presenti un applauso da fine dramma. Qualcosa di meno teatrale e più sincero sta succedendo invece a pochi passi: il pianto dirotto delle donne per la perdita di Gesù.

Scrive don Vincenzo che le donne, come nuove esploratrici, con questi semplici e quasi invisibili gesti è come se avessero piantato sotto la croce la bandiera della devozione, cioè dell’atteggiamento affettuoso e riverente verso Dio.

E facendo da contrappunto al «sesso forte» attribuisce alle donne il titolo di «sesso devoto», dove «devozione» è l’opposto di bigottismo. È, infatti, la prerogativa che identifica e rende unica la donna nel suo genere: la missione di conservare in sé la fede, di diffonderla, secondo la propria posizione sociale. Un apostolo, la donna, che don Vincenzo, riconosceva limitato nell’estensione, ma potente nell’effetto.

Da questa intuizione di don Vincenzo scaturisce l’augurio che da questo blog vogliamo porgere a tutte le donne:

Riconosciamoci uniche nel nostro genere anche nell’ambito della fede!

Buona festa!

Rispondi

  1. In questo giorno dedicato alla donna vorrei ringraziare quelle “donne” che, nel silenzio attraverso il blog, ci danno l’opportunità di fare continuamente memoria delle nostre “radici carismatiche”. Domani 9 Marzo ricorderemo la nascita e il Battesimo di San Vincenzo: ci aiuti a rinnovare la nostra fedeltà battesimale e carismatica per vivere profeticamente proiettate verso quegli orizzonti che lui stesso ci ha indicato.

  2. Grazie del tuo pensiero nei confronti di quante lavoriamo per il blog.
    La consapevolezza che il carisma più che un’eredità ricevuta è un prestito affidato alle nostre mani per consegnarlo integro e arricchito a chi viene dopo di noi, ci anima e ci sostiene nell’impegno a tenerlo vivo attraverso questo semplice mezzo che è il blog.