Il self-control di don Vincenzo: distacco e freddezza o autodisciplina? (2)

vg-3Era affabile nell’intrattenersi con le persone semplici ed umili come con quelli di casa; cortese con le autorità, paterno e paziente soprattutto con i giovani, confidenziale con i confratelli, tutto senza sdolcinature né cerimonie. Serietà e riservatezza cordiali, accompagnate anche da una nota di allegria.

I suoi modi a volte poco raffinati non riuscivano però a nascondere il suo animo sensibile e semplice; nella premura e nella sollecitudine soprattutto verso i malati e gli afflitti, abbatteva ogni barriera per dare spazio alla affabilità e affettuosità.

stretta-di-mano-1È possibile che don Vincenzo abbia abbracciato? E come potevano essere considerato espansivo solo a parole? Da uomo concreto e positivo esprimeva la sua affabilità con i gesti, probabilmente con qualche abbraccio, sicuramente condividendo un buon bicchiere di vino con i suoi fittavoli, praticando l’ospitalità fino a far tirare il collo ad una gallina per trattenere a pranzo un amico passato a salutarlo.

A quanti lo frequentavano poco, a prima vista dava l’impressione di austerità e invece, conversando con lui, si rendevano conto che ispirava piena confidenza e faceva sentire gli interlocutori a loro agio.

Forte con se stesso e soave con gli altri; se si trattava di correggere lo faceva con grande paternità, con il cuore in mano, con dolcezza, con calma e serenità.correggere

Invecchiando il suo aspetto divenne venerando, e nonostante i dolori allo stomaco lo disturbassero seriamente, era sempre del solito umore piacevole. Per i chierichetti che facevano a gara a servirgli la messa prima aveva pronta una medaglietta o un santino. Accettava che qualche suora gli sferruzzasse calze o gilè di lana per difendersi dal freddo ma non voleva però che l’attenzione degli altri si soffermasse più di tanto sulla sua persona, e, quando succedeva, molto abilmente riusciva a stornare da lui ogni interesse. Il venire meno delle forze non indebolì la sua schiettezza: per lui vizio era vizio e la virtù era virtù. Era di parola e la sua era sempre stata parola di galantuomo, tanto che frequentemente i contratti con i fittavoli della parrocchia erano sulla parola e solo raramente per iscritto.

«È un sant’uomo, ma originale!». In questa espressione tipicamente bonomelliana, è racchiusa la sintesi del carattere di don Vincenzo Grossi, perché non è semplice unire nella stessa esperienza di vita rudezza e affabilità, forza e dolcezza, severità e facezia, riservatezza e confidenzialità, self control e familiarità.

Forse è proprio in questa sintesi che si esprime la sua originalità ed è riconosciuta la sua santità.

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  1. Mi piace questo don Vincenzo, fuori da una cornice nella quale mi sembrava stesse un po’ stretto! Non mi spiegavo perchè volesse un istituto di suore nello stile della giovialità e lui fosse così austero e serio, distaccato! Che bello don Vincenzo con il viso disteso, invitante alla conversazione, con una gestualità più vicina al quotidiano che alla santità da nicchia d’altare! E se Mons. Bonomelli lo definiva originale, significa che aveva anche lui, come tutti i mortali qualche nota fuori dal coro! E non perchè aveva fondato un istituto, impresa poco diffusa e rischiosa, ma per alcuni aspetti del suo carattere con i quali sicuramente il suo Vescovo e i suoi confratelli hanno dovuto fare i conti. Sicuramente don Vincenzo non sapeva cos’era il self-control, ai suoi tempi si chiamava ascesi, e se san Francesco aveva sposato “madonna povertà”, lui aveva scelto l’ascesi come una serena compagnia per i giorni della sua vita.

  2. “…perché non è semplice unire nella stessa esperienza di vita rudezza e affabilità, forza e dolcezza, severità e facezia” E’ una grazia il poter tener insieme cose cosi diverse tra loro…, un dono per il bene comune, per l’edificazione vicendevole, per essere pastore secondo il cuore di Dio, per vivere la santità! Questo non è altro che il frutto di un cammino di crescita spirituale in ascolto obbediente all’azione dello Spirito nella propria vita. Grazie san Vincenzo per esserti lasciato modellare, per aver costruito giorno per giorno la tua sintonia con il Maestro che ti ha permesso di vivere in modo originale il tuo essere di Dio!