Vincenzo Grossi santo: perché? E per chi?

siate-santiDi fronte alle lungaggini dell’iter per il riconoscimento del miracolo necessario per la canonizzazione più volte ho sentito dire dalle suore, tra il fatalismo e lo spiritualismo: «È per l’umiltà di don Vincenzo che non avanza il processo. Lui non vuole».

Probabilmente un orecchio spirituale fine in grado di entrare nella attuale lunghezza d’onda di san Vincenzo, ci permetterebbe di sentirlo rivolgerci queste o simili parole.

«Ho cercato per tutta la vita di diventare santo! È stata la costante nella mia preghiera, nei miei propositi e nelle intenzioni che ispiravano ogni mio progetto. D’altra parte è un ordine divino: ”Siate santi, perché io sono santo!” Non ho mai considerato, invece, che qualcuno la potesse ritenere santità d’altare! Ma quella della canonizzazione non è una questione che mi turba. L’essere riconosciuto santo ufficialmente non aggiunge nulla alla mia “visione di Dio” o al “gaudio eterno”,  serve a voi, perché potrebbe esservi di aiuto sapere che, come ho vissuto io, è stata cosa gradita a Dio. La Chiesa, poi, ha la responsabilità di confermarlo ufficialmente, se può essere utile  per gli altri.

Da un anno a questa parte ho visto molta enfasi attorno alla mia persona, alla mia vita, alle mie virtù. Tutto questo fa bene a voi e io ne godo! Quello che potevo fare per essere come Dio mi voleva, l’ho fatto quando era il tempo. Ora tocca a voi. La santità è la vocazione di tutti, diventare santi è l’impegno di una vita. Esserlo riconosciuti, viene sempre dopo la morte e non serve al santo ma ai suoi figli spirituali».

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