Parroco a Regona (3)

 


Decisi di destinare come luogo di ritrovo per le ragazze la sala che i Confratelli del S.S. Sacramento utilizzavano per vestirsi in occasione delle processioni. confraternita ss sacramento-francavillaPer i ragazzi avevo messo a disposizione la mia canonica che era abbastanza grande, ma per evitare qualsiasi equivoco non consentivo che a loro si unissero anche le  ragazze. Qualche confratello non accettò la mia decisione e abbandonò la confraternita,

ma io non desistetti dal mio intento: mi stavano più a cuore le giovani che la cerimonia di vestizione dei confratelli!

Dopo poco più di un anno dal mio arrivo a Regona, capii che stavo entrando nel cuore della gente. Quando camminavo per strada, non mi sentivo più spiato, i bambini uscivano di casa e mi accompagnavano per un tratto di strada salterellando intorno alla mia tonaca, le donne quasi di nascosto mi mettevano in mano due uova o un sacchetto di farina, gli uomini si sollevavano il cappello a mo’ di saluto e come segno di rispetto. Capivo che l’attenzione verso i loro figli, avrebbe smosso la loro fiducia e benevolenza nei miei confronti, ma soprattutto verso la mia opera pastorale. Attirati i figli, sarebbe stato più semplice attirare gli adulti.

Catechismo (640x262)

L’attività a cui diedi da subito la priorità fu la catechesi ai fanciulli. Mi dedicavo con puntualità a quella che si faceva annualmente nei tempi previsti, tutti i giorni, una specie di corso intensivo, che assumeva le caratteristiche di una vera e propria scuola, perché c’erano alcuni argomenti da imparare a memoria. E poi c’era un’altra catechesi che avevo inventato. Non era divisa per classi e riuniva tutti quelli che frequentavano l’«oratorio». Intrattenevo i ragazzi e i bambini nel gioco, magari unendomi a loro per  far rispettare le regole, e quando capivo che il momento era adatto, li portavo a concluderlo, li raccoglievo e incominciavo a raccontare gli episodi del Vangelo e quelli dell’Antico Testamento. Avevo promesso che ai più assidui, divenuti adulti, in occasione del loro matrimonio avrei regalato una Bibbia. E se, alla data di mantenere la promessa mi dimenticavo, erano loro che me lo ricordavano. Ed io con vera gioia mi facevo carico di questa piccola spesa, purché rimanesse vivo in loro l’amore per la Parola di Dio. Ho saputo di un giovane sacerdote di Lodi che aveva avuto dalla nonna, originaria di Regona, un libro che io le avevo regalato in occasione del suo sposalizio. Era una piccola Bibbia che non aveva più la forma di libro tanto le pagine erano consumate per l’uso. IMG-20160812-WA0004 (640x363)Chissà se il giovane sacerdote insieme al libro aveva ereditato dalla nonna anche la passione per la Sacra Scrittura!

Se la catechesi fatta sulle panche della chiesa, che  scricchiolavano inesorabilmente per l’irrequietezza  dei  fanciulli,  dava loro i contenuti della dottrina, quella invece che ascoltavano seduti sulle panche dell’oratorio, formava le coscienze perché i racconti  suscitavano nelle loro menti dei modelli verosimili di riferimento. I miei ascoltatori cercavano di prolungare quei momenti con tante domande, tante curiosità, alcune delle quali evidenziavano interrogativi esistenziali anche se appena abbozzati.IMG-20160812-WA0007 (640x480)

Ero riuscito a radunare alla sera  anche i giovani. Desideravo risvegliare in loro non tanto una coscienza sociale e politica ma quella della loro dignità di figli di Dio, con la quale affrontare la vita che in un certo senso era già tratteggiata:  una terra da lavorare e una famiglia da formare. Potevano viverla come un branco di rassegnati o a testa alta come uomini liberi. Volevo portarli a comprendere che la libertà per loro era quella che viene da Dio piuttosto di quella che viene dal denaro o da una agiata condizione sociale.

Passavo i pomeriggi e le serate liberi a preparare le omelie, le conferenze, la dottrina domenicale. La mente era fresca di studi e impellente il bisogno della gente di essere catechizzata, per cui non sentivo il peso di stare a lungo sui libri, di immergermi nella riflessione personale e di portare nella preghiera ogni contenuto perché invano faticano i costruttori, se Dio non edifica.

 

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  1. Passione, creatività, spirito di inventiva: tutto al servizio e per il bene dei ragazzi e dei giovani! Solo un cuore appassionato per Dio e che condivide la stessa dedizione per l’uomo e il vangelo è capace di “creare” spazi, dedicare tempo, spendere energie. San Vincenzo, donaci la grazia di vivere da donne appassionate, con un cuore che batte in sintonia con il cuore del Maestro!