Salve Regina, Mater Misericordiae

MadonnadelRosario1-960x675Prima di spegnere le ultime candele che stavano ormai languendo davanti all’altare della Madonna del Rosario, don Vincenzo sollevò lo sguardo verso la statua della Vergine. «Salve Regina, mater misericordiae…»: era il suo saluto alla Regina delle grazie, alla madre di ogni misericordia.

Osservò come sempre la mano della Madonna delicatamente protesa in avanti. Gli trasmetteva una profonda sensazione di invito al dialogo. La vedeva aperta a raccogliere il suo saluto, qualsiasi invocazione le venisse rivolta e, nella delicatezza del gesto, riconosceva che ciò era a Lei  cosa tanto cara.

Bastava un battito di ciglia e lo stesso gesto gli porgeva la grazia che Ella, madre di misericordia, intercedeva dal Cielo, non una, ma mille grazie, perché una madre non misura mai il proprio amore ai figli.

Don Vincenzo aveva familiarità con la Madonna.

All’alba apriva la sua giornata con l’invocazione dell’Angelus e alla sera la concludeva con la stessa: tra queste due preghiere viveva ogni sua azione.

Il tocco dell’orologio della torre lo sentiva come un richiamo a invocarla di nuovo. Staccava per un momento lo sguardo e la mente da quello che stava facendo e con un mormorio impercettibile di labbra ripeteva una invocazione.

santella-2Anche quando si trovava a percorrere le strade, le immagini a Lei dedicate sulle facciate di alcune case del paese, o custodite nelle santelle o maestà ai crocicchi delle vie di campagna, erano per lui il segno visibile di una compagnia, quella della Vergine Maria, che non lo abbandonava mai.

«Salve Regina, mater misericordiae…», ripeté don Vincenzo mentre usciva dalla Chiesa. Furtivo ma intenso, accennò un inchino alla Regina e indirizzò un bacio alla Madre.

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