Maggio, mese di ricorrenze…

In questo mese ricorrono alcune date importanti legate alla vita e alla storia delle suore Figlie dell’Oratorio.
⇒ Il 13 maggio è il 55mo anniversario della morte di Madre Ledovina Scaglioni, eletta superiora del piccolo Istituto nel 1900 quando stava appena prendendo forma; 
⇒ il 22 maggio del 1869 san Vincenzo Grossi fu ordinato sacerdote;
⇒ il 26 maggio del 1565 moriva a Roma san Filippo Neri.

 

Madre Ledovina ScaglioniM. Ledovina

Ledovina Scaglioni aveva 25 anni quando don Vincenzo la volle come guida spirituale dell’Istituto appena avviato. La giovane religiosa non aveva avuto il tempo per dimostrare di possedere doti spiccate di governo e amministrative. Don Vincenzo la scelse ugualmente perché sapeva di essere in sintonia con lei riguardo le cose dello Spirito. Era fiducioso che non sarebbe caduto nell’equivoco successo pochi anni prima con Angelina Cipelletti, la quale sulla base del consenso raccolto dalle suore si attribuì l’avvio della fondazione e, da quando don Vincenzo era stato trasferito lontano dai luoghi degli inizi. voleva anche rivendicarne la guida.

Ledovina, interpretò fedelmente la volontà di don Vincenzo; come superiora generale per parecchi mandati solidificò la spiritualità e la missione dell’Istituto attraverso la sua guida spirituale e di governo e le numerose lettere circolari.

In una di esse del 1913, riporta un intervento del Fondatore presente ad una riunione di superiore locali. Don Vincenzo non nascose il suo compiacimento e la sua convinzione nell’affermare esplicitamente che il tempo  trascorso dagli inizi, aveva consentito di comprendere più a fondo l’idea sua primissima e costante, che fu la scintilla che diede vita all’Istituto: «Siete dunque e dovete essere davvero vittime, ma generose: proprio così raggiungerete la vostra meta!» L’operato di Madre Ledovina veniva in questo modo letto ed interpretato nella scia di una fedeltà creativa, dinamica. P1020652 (640x470)Essa a sua volta si scherniva scrivendo che le cose non nascono perfette ma a poco a poco si sviluppano e si perfezionano.

La sua memoria ci rimanda principalmente al Carisma, che ogni tempo ed ogni generazione sono chiamati a sviluppare e coltivare, come un albero, le cui radici solide e profonde alimentano ad ogni stagione le fronde per produrre foglie, fiori e frutti sempre uguali, ma sempre nuovi.

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  1. E’ fondamentale custodire la memoria delle radici, per non dimenticare mai da dove veniamo, per guardare il passato con meraviglia e gratitudine, per vivere il presente con generosità e passione, per costruire il futuro in fedeltà al carisma e al vangelo!

  2. Fare memoria degli eventi più significativi aiuta a radicare in sé il senso di appartenenza ad una ” famiglia” . Il senso di appartenenza, inoltre, sviluppa nella persona un processo di collaborazione e di partecipazione attiva all’interno della famiglia stessa. Tale partecipazione, a volte, è capace di sbloccare una situazione di immobilismo che oggi, festa di Pentecoste, potremmo chiamare “chiusura all’azione dello Spirito Santo”. Grazie di cuore a chi ci aiuta a fare memoria.