Perdonare chi ci offende

ali-agca-2Sono molteplici le sfaccettature del perdono cristiano, ed è difficile riuscire a evidenziarle nella vita e nel ministero di san Vincenzo a partire dalle testimonianze su di lui. Consideriamo pertanto un aspetto soltanto del perdono, cioè la rinuncia ad ogni risentimento e proposito di rivalsa, vendetta o punizione nei confronti di chi è stato per lui causa di disagio e di sofferenza.

Dalle deposizioni di sacerdoti, coadiutori a Vicobellignano o amici, apprendiamo che c’erano dei confratelli che riprovavano apertamente la sua fondazione, che non si trattenevano dal fare pubblicamente deprezzamenti su questa iniziativa, dicendogli che non era necessario un nuovo istituto essendovene tanti altri. Un suo collaboratore riuscì, perfino, a sottrargli il testo appena abbozzato delle Regole per consegnarlo all’autorità ecclesiastica come capo d’accusa contro di lui; un altro insinuò l’irresponsabilità con cui don Vincenzo amministrava economicamente le piccole comunità delle suore; un altro ancora sottolineò come arbitraria e fuori luogo la decisione che le suore, operanti nelle diverse parrocchie, dovessero dipendere da lui per la vita comunitaria e spirituale. Divergenze di vedute? Malanimo?  Con il tempo assunsero la forma di un accanimento nei suoi confronti, perché intendevano non solo distogliere don Vincenzo dal suo progetto, ma troncarlo nel suo sorgere con accuse infondate o informazioni male interpretate. L’epilogo fu l’ingiunzione ufficiale, attribuita al Vescovo, a sciogliere l’istituzione a cui aveva dato vita.Cristo Rupnik

Don Vincenzo riuscì a mantenersi equilibrato; né ira, né ribellione trovarono alloggio nel suo cuore. «Non si scompose, né si lamentò» – affermano i testimoni.  «Pregava e faceva pregare per chi lo ostacolava, né ebbe commenti o parole irriverenti o di rivalsa nei loro confronti». Soprattutto sapeva nascondere queste sofferenze che comunque lo ferivano profondamente. Alla preghiera univa la pazienza, perché confidava che il tempo, la riflessione e il ravvedimento dei suoi «nemici» avrebbero sciolto ogni  loro desiderio di male.

Quando era a Vicobellignano, i seminaristi della sua parrocchia, per il periodo estivo, vennero  affidati al parroco di Casalmaggiore perché avevano riferito ali loro superiori che don Vincenzo era «troppo attaccato» alla Santa Sede. Nel contesto problematico del tempo questo attaccamento poteva essere interpretato come una posizione politica che si discostava da quella comune, ma non poteva essere considerato un errore e tanto meno una colpa, meno ancora un possibile scandalo. Don Vincenzo accolse la decisione del Rettore del Seminario, senza proferire parola di risentimento o di rancore verso i seminaristi.P1020633 (491x640)

Anche il ministero gli riservò occasioni in cui venne offeso. Secondo le indicazioni in uso  battezzò un bambino nato fuori dal matrimonio senza solennità. «Una domenica sera il papà venne in parrocchia ubriaco, e affrontando don Vincenzo,  cominciò a lamentarsi che il bambino era stato battezzato come una bestia e ad insultarlo con ogni sorta di ingiurie e a minacciarlo di percosse». Accorsero al richiamo il padre del seminarista che racconta questo episodio e il campanaro. «Il parroco non perdette la calma, sopportò le ingiurie e dimenticò tutto».

L’evangelista ci narra che in croce, morente, Gesù chiese al Padre di perdonare i suoi crocifissori. Don Vincenzo affidò alla preghiera le situazioni che gli esigevano di perdonare. Sapeva per certo Dio che lo avrebbe fatto con larghezza e avrebbe  posto nel suo cuore  la benevolenza verso chi lo aveva ferito.

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  1. Quanti motivi avrebbe avuto don Vincenzo per vivere nel risentimento, nel rancore, nella chiusura! E invece riesce a vivere libero da tutto ciò, sicuramente con fatica, non certo con leggerezza. Ma quando la vita è attraversata dal vangelo e appoggiata su questo, tutto è possibile, perché la Buona Notizia allarga il cuore, è balsamo sulle ferite, libera dall’ansia di doversi difendere da soli, non ci fa sentire l’ombelico del mondo, non ci fa dire: “lei non sa chi sono io!!!!!!”. Tutto è possibile per chi crede, dunque ci doni il Signore di credere che vivere così si può, che abbiamo mille buoni motivi per non rassegnarci, per affidarci, per consegnarci.

  2. L’essenza della Buona Notizia è lo stile di vita alternativo, è possibile vivere nella docilità, dipendenza, fiducia, gratuitá e perdono…. E’ capace di perdono chi ha fatto esperienza di perdono, chi si é sentito ristabilizzato e risanato dal perdono…. San Vincenzo, uomo del vangelo, insegnaci a vivere il vangelo, a vivere nel vangelo, a vivere dal vangelo.