Omelia per il Natale 1873 di san Vincenzo Grossi

2015-11-07 19.00.17 (640x383)Le omelie: tormento dei fedeli e croce dei sacerdoti! Se ne ascoltano di soporifere e di cattedratiche, di moraleggianti e sociologiche, ma grazie alla nuova sensibilità dei predicatori e alle esigenze dei fedeli se ne ascoltano anche di autentiche, dove la Parola di Dio arriva alla vita personale, di famiglia e di lavoro.

San Vincenzo Grossi aveva la fama di buon predicatore, e lo fu davvero, cercato ed apprezzato. Già degli anni in cui era parroco a Regona, cioè giovane sacerdote, abbiamo notizie della sua attività di predicatore presso le parrocchie limitrofe. Lo testimoniano le Tracce di omelie che preparava puntualmente indicando la data e il luogo dove le svolgeva. La maggior parte di queste tracce si riferiscono alle omelie domenicali indicandone il tempo liturgico, secondo l’impostazione del Messale precedente alla riforma conciliare.

Anche per il Natale del 1873 don Vincenzo aveva scritto sui suoi quaderni la traccia dell’omelia  individuandone il nucleo: voleva attirare l’attenzione dei suoi uditori sull’annuncio dell’angelo ai pastori.

L’angelo, apparendo nel cuore della notte nel campo dei pastori, e

Betlemme - Campo dei pastori
Betlemme – Campo dei pastori

invitandoli a non temere, Betlemme-campo dei pastorivoleva rassicurarli sul fatto che la sua presenza sarebbe stata solo motivo di grande gioia.

Infatti, «Egli recava loro la buona notizia di un Salvatore che avrebbe onorata la loro condizione disprezzata perché bassa,  e che si era voluto tanto abbassare per innalzarli».

Don Vincenzo proseguendo, sottolineava che, se era ancora attuale l’invito dell’angelo a non temere, era tuttavia diverso l’uditorio al quale veniva rivolto. «Oggi, davanti a voi per annunciarvi il Vangelo, non ho il vantaggio che aveva l’Angelo del Signore. Io debbo annunciarvi la nascita del Redentore, ma non ho davanti persone distaccate dal mondo, non umili, non innocenti… come lo erano i poveri pastori. E che devo dunque dire? Ebbene dirò a tutti voi: Rallegratevi e temete, perché nella solennità presente avete motivi di questo duplice sentimento: speranza e timore. Tutta la vita del Redentore si compendia in queste parole: egli è qui per la rovina e la salvezza…. Gesù Cristo bambino è la rovina per quanti sono accecati dal mondo, salute per i buoni se continueranno nel bene. Rovina di coloro la cui vita è in contraddizione con lui; salvezza per quelli che vogliono correggersi. Siete voi buoni, volete convertirvi? Rallegratevi! Siete voi ostinati nel vostro errore? Temete, tremate!»

Un’omelia all’antica quella di San Vincenzo, che davanti al mistero del Natale, in cui si celebra l’iniziativa irrevocabile di Dio nel compromettersi con l’umanità, invita a decidersi per il Signore, perché troppo facilmente convivono nel cuore umano il peccatore e il convertito, un sincero proposito di bene e una tendenza assecondata al peccato.

Rispondi